Sono stati fatti 3 incontri (aprile, luglio e ottobre 2012) da dove sono emersi molti spunti di discussione. Oltre ad elencare le problematiche si è cercato di proporre una soluzione.
“III°
Laboratorio d’idee per il settore del trasporto merci”
Proposta di programma della Confartigianato Trasporti per la prossima Presidenza
Spostare
l'azione di Confartigianato Trasporti dalla politica dei
trasporti verso una politica di difesa delle imprese di trasporto. É
bello vedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna arrivarci.
Qualificare
le aziende made in Italy, quelle che sono sane, che lavorano e
danno lavoro nel territorio creando valore aggiunto. Una sorta di
White-list
A
quelle imprese potrebbero essere riconosciuti degli sgravi, vuoi
anche solo contributivi che possano aiutare a colmare il divario con
quelle imprese che operano in maniera truffaldina con manodopera in
affitto dall'est-europeo, con sistemi per usare in maniera quantomeno
disinvolta il cabotaggio, con mezzi immatricolati all'estero i cui
componenti non sempre sono marcati CE e quindi vietati da noi ma
permessi nei paesi di immatricolazione dei mezzi, con conducenti
senza formazione professionale, le abilitazioni, patenti e patentini
dei quali vengono rilasciate senza una seria verifica ma su semplice
richiesta degli interessati.
Potrebbe
ad esempio essere riconosciuta l'esenzione totale o parziale dalla
tanto odiata IPT.
Accordi
di settore. Attivare immediatamente i tavoli per gli accordi di
settore che per condizioni riferite alla sicurezza devono essere
realizzati e rispettati obbligatoriamente. Prevedere una data di
scadenza per la stipula di tali accordi, trascorsa la quale per quei
Settori privi di accordo i costi minimi andranno aumentati del .... %.
Rivedere
il contratto di lavoro dei dipendenti: il contratto applicato
attualmente è stato tarato sulle conoscenze e sulle leggi di una
quindicina di anni fa: il contratto prevedeva delle cose le quali
venivano accettate perché si sapeva che nella pratica ci si poteva
regolare in maniera un po’ differente.
Oggi
le normative sono più stringenti, la produttività è calata, la
burocrazia per avere nuove patenti è esasperante, e se una ditta
vuol formare e tenersi gli autisti oggi deve pagare un buon salario
rischiando alla fine del mese, di non andare neanche in pareggio.
Si
deve lavorare per creare un sistema di lavoro più flessibile che dia
agli imprenditori lo spazio di manovra per seguire gli alti e bassi
del mercato e ai lavoratori la giusta protezione.
Alzare
a 15 il numero degli addetti. L'impresa di trasporto artigiana
può arrivare complessivamente a 9 addetti (il numero più basso di
tutte, la metalmeccanica ad es. 25 addetti). Per questo motivo nel
passato molte delle ns imprese, hanno dovuto sdoppiare la propria
azienda.
Richiedere
la sospensione del cabotaggio, anche limitata nel tempo 6 - 12
mesi: potrebbe portare, oltre che a una maggior fetta di lavoro a
disposizione delle ns imprese anche al graduale assestamento del
nuovo sistema dei “costi minimi” sulle imprese committenti.
Agganciare la nostra protesta a quella dei colleghi d’oltralpe.
Fare
un'azione determinata nei confronti del conto proprio e dei trattori
agricoli. Si dovrebbero presentare in tutta Italia dei dossier su
come il conto proprio oltrepassi con disinvoltura i limiti dentro cui
dovrebbe trasportare.
Predisporre
un vademecum, da inviare al Ministero dei Trasporti e agli Organi di
controllo con il quale si indicano strumenti e metodi per “scoprire”
gli abusi, partendo dal controllo su strada per andare a sanzionare
anche le imprese committenti.
Dare
al ns Albo Nazionale dei trasportatori potere sanzionatorio senza
passare attraverso altri enti ma, come tutti gli ordini
professionali, ciascun aderente può denunciare il suo collega che si
offre a remunerazioni non congrue o utilizza in “modo strano”
subvettori/trazionisti magari stranieri oppure manodopera “dubbia”.
Esodo.
Se qualche trasportatore vuole smettere magari perché è un po’
avanti con l'età o non vede la luce in fondo al tunnel o
semplicemente perché non ha più lavoro cercare di creare le
condizioni per la sua cessazione aziendale.
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